Si chiude con una sempre maggiore affluenza di turisti il weekend di Open Factory, l’opening di manifattura industriale che da nove anni permette di entrare nelle fabbriche italiane. Tante le aziende che tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte sono state prese d’assalto: su tutte, Carraro, leader nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, che ha fatto segnare il tutto esaurito con più di 1.400 visitatori, e Gabel, che produce biancheria per la casa e l’home living, che ha accolto oltre 700 partecipanti in due giorni. E ancora Lago, azienda che realizza arredamenti adatti agli ambienti domestici e di lavoro, e Lima Corporate, specializzata in innovative soluzioni ortopediche, entrambe “sold out” con più di 600 e 400 presenze. Per non parlare degli aeroporti di Venezia, Verona e Treviso, che sono andati “sold out” dieci minuti dopo l’apertura delle iscrizioni.

Promossa da ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera, in main partnership con Gruppo Save e Banca Finint, in collaborazione con Artigianato & Design e CNA Veneto Ovest, e curata da Goodnet Territori in Rete, la manifestazione ha visto migliaia di turisti partecipare a visite guidate, workshop, laboratori o conferenze all’interno di aziende e realtà artigianali in tutto il Nord Italia che hanno colto l’occasione per raccontarsi e rafforzare il legame con le comunità e i propri collaboratori.

Per due giorni si è infatti potuto vedere come vengono realizzati alcuni dei prodotti d’eccellenza della nostra industria. Grandissima la risposta del pubblico in particolare nelle aziende metalmeccaniche: la padovana Unox ha raccontato ad oltre 200 visitatori come si svolga la produzione di forni professionali e altamente tecnologici al servizio della ristorazione, del retail, della pasticceria e panificazione. Da De Angeli Prodotti (prima volta ad Open Factory) è stato possibile scoprire i processi produttivi dei conduttori in rame e alluminio e in CTC per applicazioni elettriche, automotive e data transmission, mentre Armes ha aperto la sua nuova sede di Montecchio Maggiore (VI) in cui realizza scaffalature industriali.

“Sold out” le visite in Davines a Parma, che ha condotto i visitatori all’interno della propria sede dove si realizzano prodotti cosmetici professionali, e in Negroni per scoprire i processi di lavorazione e stagionatura del Culatello di Zibello DOP e di altri salumi. Numeri vicini al tutto esaurito per Amplifon, che ha aperto in anteprima venerdì 24 novembre, Draxton con 135 visitatori nella sede di Rovigo, e Aurora, che ha accolto 240 turisti a Torino.

Non sono mancate anche le aziende che per la prima volta hanno aperto le proprie porte ai turisti di Open Factory: in Veneto Novation Tech, in Lombardia Nicro e Niederstätter.

Ed è stato alto l’interesse anche per le 13 realtà dell’artigianato vicentino e trevigiano presenti per la prima volta ad Open Factory grazie alla collaborazione con CNA Veneto Ovest: i turisti hanno potuto spaziare tra chi lavora la ceramica, l’argilla, il legno, chi produce gioielli e tessuti unici e anche chi realizza prodotti di cartoleria. Un percorso che ha permesso di raccontare le piccole aziende artigiane, di rafforzare il legame con le comunità e valorizzare le produzioni d’eccellenza.

Grande soddisfazione è stata espressa dai promotori, che sottolineano come Open Factory non solo si sia consolidata rispetto agli scorsi anni, ma si confermi un format di promozione delle eccellenze del tessuto produttivo italiano. Questa nona edizione ha visto anche la partecipazione di alcuni turisti arrivati per l’occasione dal Giappone, confermando il trend positivo che vede la manifestazione in prima linea a livello nazionale e internazionale.