Giornale di Vicenza -

Arriva “Open factory” e conceria Dani fa scuola

Linkki in finlandese significa “collegamento”. Ed è anche il nome della rivoluzione digitale che sta cambiando il modo di produrre e di comunicare nelle concerie Dani di Arzignano dove convivono addetti di ben 25 nazionalità diverse. Le nuove tecnologie introdotte nel progetto di conversione in industria 4.0 in collaborazione con gli specialisti di “Htc-High Tech Consultant”, altra azienda vicentina, sono diventate infatti il linguaggio comune alla base della gestione dei processi aziendali per acquisire sempre più efficienza, limitare gli errori, elevare la qualità. Da una parte l’innovazione tecnologica. Dall’altra la sostenibilità: quella sociale e ambientale, che ha fatto di Dani una delle 100 aziende più verdi d’Italia, oltre che capofila del progetto “Greenlife” nel distretto. Un’azienda familiare che dal 1950 non ha mai smesso di sfidare se stessa a migliorare. Ed è proprio per questo che è stata scelta per l’evento che inaugurerà la nuova edizione di “Open Factory”, il più grande opening di cultura industriale e manifatturiera delle Venezie nell’ambito del quale domenica prossima dalle 10 aprirà le sue porte al pubblico.

UN TERRITORIO DA CONOSCERE. Per l’amministratore delegato Giancarlo Dani questo ha un significato particolare perché sottolinea il ruolo dell’intero distretto: «Il distretto vicentino della concia è un’eccellenza mondiale – chiosa Dani – eppure è tra i meno conosciuti, malgiudicati e “pregiudicati”. Sarà l’occasione per fare esperienza di una realtà diversa, pulita, organizzata, con produzioni di altissima qualità. Ed è proprio grazie alla qualità se le aziende del territorio hanno superato la crisi e la concorrenza». Open Factory è promossa da Italy Post e curata da Goodnet Territori in Rete è anche un momento di condivisione e di confronto in una virtuosa sinergia tra passato e futuro come dimostrerà Dani insieme ad Htc nell’incontro di apertura di Open Factory con il dibattito “Il futuro delle industrie delle Venezie: green e industry 4.0”: interverranno Stefano Micelli, economista e ideatore di Open Factory, e il segretario generale della Fondazione “Symbola” Fabio Renzi.

CAPITALE DIGITALE E UMANO. Dani, che ha stabilimenti anche in Tunisia, Slovenia e Moldavia, occupa quasi 1200 addetti di cui circa 680 in Italia. Il fatturato del 2017 sfiorerà i 200 milioni di cui l’80% grazie all’export, diversi i settori per i quali produce, in particolare l’esigentissimo automotive; l’investimento in innovazione e ricerca è pari all’1,5% del fatturato. «È questa la chiave di volta della competitività – commenta Dani – e nel biennio 2017-18 investiremo in totale 5 milioni di euro per la conversione in industria 4.0. Modernizzare l’azienda è fondamentale per acquisire sempre maggiore qualità e competitività; oggi è possibile grazie anche al progetto Linkki che non limita comunque il fondamentale apporto del capitale umano, con competenze aggiornate grazie a 16.920 ore di formazione solo nell’ultimo anno e sempre più specifiche, come dimostra il numero di 92 laureati in azienda».

L’INNOVAZIONE 4.0 SU MISURA. «L’ innovazione tecnologica di Dani spa – spiega Claudio Tadiello di Htc che ha sviluppato Linkki – è la costruzione attraverso Linkki di un sistema Mes (Manifacturing execution system) fatto su misura per le esigenze di Dani. Ogni macchina è dotata di tablet attraverso i quali si tiene sotto controllo tutta la fase produttiva, con un linguaggio standard che non ammette fraintendimenti e comporta l’assunzione di responsabilità di ciascuno in ogni operazione: questo è determinante ai fini della qualità. Inoltre i dati accumulati consentiranno un miglioramento continuo del processo». «Come è nella filosofia 4.0 tutto è in rete – aggiunge Alessandro Maruzzo, operation manager di Dani – e questo consente in ogni momento di verificare lo stato di ogni singolo ordine e di rispondere con tempestività alle esigenze dei clienti». La comunicazione su file, inoltre, ha permesso anche di risparmiare il 20% di carta. «Il progetto Linkki -conclude Enrico Aramini, fondatore di Htc- ha dimostrato la sua eccellenza ricevendo il premio internazionale FireBrand Award in California per la sua originalità e pervasività”. Domenica con Open Factory tutti potranno conoscerlo.

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