Il design si espande, e diventa progetto di vita

Dalla Magis alla De Castelli fino a Seguso. Il connubio arte–design contamina le aziende più innovative. Fino al caso della Lago dove il design diventa cifra di lettura dell’intera esperienza quotidiana

di Roberto Turetta

Quando si parla di design sarebbe opportuno risalire al significato completo dell’originale parola inglese, cioè non soltanto concezione creativa di un arredo, bensì progettazione completa che va dalla scelta dei materiali alla definizione delle fasi di produzione.
Tra le aziende di Open Factory lo sa bene Magis, che dall’avvio nel 1976 a Motta di Livenza per volontà di Eugenia Perazza ha puntato da subito a una progettazione in loco e all’esternalizzazione della lavorazione vera e propria. Il tutto però collaborando con designer famosi come Jasper Morrison e Konstantin Grcic, e tanti altri di promettenti che famosi lo sono diventati in seguito, che hanno permesso la circolazione di idee e la realizzazione di articoli d’arredamento molto all’avanguardia (alcuni sono stati esposti in prestigiosi musei); tra gli esempi, il più noto è l’Air Chair.

Simile la vicenda di De Castelli, marchio costituito nel 2003 ma che si fa forte della lunga tradizione di artigiani del ferro della famiglia Celato. Anche nel loro caso il grande salto è stato compiuto appoggiandosi a designers e architetti di un certo prestigio (ex Aldo Cibic), in altre parole unendo le grandi capacità della lavorazione dei metalli alle innovazioni e alle proposte di professionisti esterni. Nel suo catalogo figurano così articoli per l’arredamento pensati per un pubblico di nicchia (in particolare librerie, mobili contenitori, luci, sedute e tavoli), caratterizzate da interpretazioni molto originali e dall’altissima qualità realizzativa.

La Lago Spa di Villa del Conte, invece, non si è limitata ad applicare il design con proprie modalità operative, ma ha posto in essere una vera e propria filosofia di Design-thinking. Chi acquista i suoi prodotti acquista principalmente “alfabeti e non frasi fatte”, come ama definirli il titolare Daniele Lago, tanti pezzi Lego che poi vengono interpretati e messi assieme secondo i propri gusti ed esigenze. Massima flessibilità, perciò, che parte dall’organizzazione (qui applica la lean production) e arriva a includere il prodotto finito. E che si avvale della tecnologia, come per la realizzazione della Talking furniture, un’applicazione per smartphone che consente di avere informazioni aggiornate sui propri mobili, una volta avvicinato l’apparecchio al logo.

Caso un po’ a parte ma di assoluto rispetto quello di Seguso Vetri d’Arte di Venezia, custode di un’eredità artistica che si tramanda da 23 generazioni ed espressione di altissimo artigianato del lusso. La sua produzione abbraccia il campo del design in quanto comprende illuminazione, arredo d’interni e oggettistica. Quattro i valori alla base della lavorazione: l’integrità come atteggiamento di consapevolezza e attenzione al sapere tramandato di padre in figlio; la sostenibilità, poiché oggi più che mai è importante operare nel rispetto dell’ambiente; la maestria, con il desiderio di migliorarsi ogni giorno e l’idea di tradizione come sequenza di innovazioni che ha fatto la differenza nel tempo; infine la bellezza, da intendere anche come educazione al gusto.
Tutte realtà che mostrano come il design possa diventare l’essenza stessa della vita aziendale.